Diciott’anni fa iniziò il mio sogno…

Esattamente diciott’anni fa iniziò il mio sogno che, dopo quasi due decenni, si è concretizzato nella T.E.C. CHAMPIONSHIP C7. E mi piace ricordarlo oggi, giorno del mio compleanno, perchè tutto prese il via da lì e, senza saperlo, sarebbe diventato un giorno il mio lavoro. Correva l’anno 2000, mese di ottobre. Terzo liceo Scientifico G. Marconi a Colleferro, sezione G. Un’idea mi passa per la testa: la scuola organizza tornei di volley, ginnastica, basket. Perchè il calcio a 5 no? Non perdo tempo e, sebbene non avessi organizzato mai nulla di simile, ma avvertendo dentro il sacro fuoco dell’organizzazione, mi misi subito al lavoro. Ne parlai con i compagni di classe:”Se organizzassi un torneo interclasse, facciamo la squadra? Loro, divertiti ma non del tutto convinti che si partisse veramente, mi dissero:”Vai pure, se tiri su un torneo liceale noi ci siamo”. L’idea era semplice: il campo c’era, appena fuori l’edificio, le squadre andavano divise in biennio e triennio per non creare squilibri di età e il gioco era fatto. Facile a dirsi, a farsi non proprio. Iniziai a girare per le sezioni proponendo la cosa, ne parlai con il prof di educazione fisica che mi disse: “Il campo è tuo, se organizzi siamo felici”. Raggiunsi sedici squadre, otto per fasce d’età: biennio e triennio. Ma c’erano due problemi, all’apparenza difficili da superare. Il campo era segnato dal tempo e le linee si vedevano a malapena, inoltre non avevamo arbitri. E dove lo trovavo un arbitro in una scuola? Allora presi, insieme all’amico Luca, pennello e vernice e, attenti a non zigzagare, disegnammo le linee perimetrali del terreno di gioco. Ma mancava l’arbitro: come facciamo? Autoarbitraggio? No ragazzi, arbitro io. Mai fatto, ma conoscevo un pò di regolamento per via del mio trascorso calcistico giovanile e dissi: fischio io. Preparai a casa i cartellini gialli e rossi, comprai un fischetto in cartoleria (non usavo ancora i Fox 40 ahahahah) e a gennaio partimmo. Iniziò lì anche la mia carriera arbitrale. Un torneo che durò fino a maggio, finale prevista l’ultimo giorno di scuola. Tanti ragazzi a vedere quella gara, con la sezione F trionfatrice assoluta davanti un pubblico numerosissimo. Con grande sacrificio portai avanti quell’impegno per tre anni, fino al quinto che segnò la mia fine esperienza liceale. Tutti i giorni, o quasi, alle 14 pronti in campo subito dopo il suono della campanella. Ricordo che tornavo a casa alle 17, anche le 18 la sera e iniziavo a studiare o, quando non c’erano gare, mi avvantaggiavo sapendo che il giorno dopo ero impegnato. Inoltre, contemporaneamente, mi invitarono a prender parte al giornalino scolastico. Sezione sport, nello specifico, una sorta di caporedattore il mio ruolo. Impostavo lo spazio con le prof che dirigevano, reclutavo redattori e distribuivo il giornalino una volta stampato. “L’incompreso” si chiamava, che ricordi. E, su quel giornalino, riportavo cronache e interviste di quei tornei. Fino all’ultimo numero stampato, quando allo scadere del quinto stavo per lasciare la scuola superiore. Scrissi una lettera di ringraziamento a tutti, prof e studenti che mi avevano supportato e sopportato. Quelle infinite volte che bussavo alle classi per consegnare calendari e classifiche, quelle milioni di volte che venivo chiamato mentro ero a lezione e, i prof, gentilmente mi lasciavano uscire un secondo per organizzare il tutto. Ringrazia tutti, davvero, con una missiva che in qualche modo segnò la mia vita. Senza saperlo avevo creato un mini mondo sportivo nel mio liceo e tutti mi ringraziavano, senza saperlo avevo dato vita all’unica esperienza calcistica di quel Liceo. Perchè, dal mio addio, il calcio a 5 sparì, portando con sè un ricordo che ancora conservo. Quella targa, consegnata in palestra dal prof Corsi, davanti decine di studenti che applaudivano alla consegna. Quella targa, che oggi espongo sulla mia bacheca con orgoglio, rappresentò l’inizio di una lunga storia che oggi, con la T.E.C CHAMPIONSHIP C7, si è arricchita di un fattore ulteriore: il calore umano delle persone che mi hanno concesso questa grande opportunità”.

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