STORIE DI SPORT. Il TREMEndo microfono delle Marche con Emiliano Mercanti

“Capitano della mia Civitanovese e neo papà. Ad oggi, sicuramente, la mia Vittoria più bella”. E Vittoria è scritta volutamente con l’iniziale maiuscola, perché il nome della prima figlia del centrocampista rossoblu Emiliano Mercanti che, dopo tanti anni, è tornato ad indossare quella maglia tanto amata diventandone anche il capitano. Un esempio di attaccamento ai colori e alla città, che Mercanti non ha mai nascosto anche quando la sua carriera si sviluppava altrove.

Hai da poco ottenuto la tua Vittoria più bella. Sei ancora emozionato…
“L emozione è indescrivibile, appena è nata Vittoria ero in sala parto e l’unica cosa che posso dirti è che ho iniziato a parlare dopo 10-15 minuti. Poi, adesso, man mano che sta crescendo capisco che un figlio è la cosa più bella e importante della vita”.

Hai perso da qualche anno tuo papà Marino, come lo senti ancora vicino a te?
“Il ricordo di mio padre è dentro di me e dentro tutte le persone che lo conoscevano. A me ha lasciato tanto e in ogni momento libero della giornata è un pensiero costante”.

Cosa significa per te essere tornato ad indossare la maglia della Civitanovese, per altro diventandone il capitano…
“Giocare nella Civitanovese è sempre stato un sogno ed esserne capitano lo è stato ancora di più. Quest’anno è stata un emozione continua e posso solo ringraziare la società che mi ha voluto e l’allenatore che mi ha dato la possibilità di giocare. Per il resto non è più il calcio di una volta, non è la Civitanovese che attirava migliaia di persone allo stadio, però per uno come è, e sarà sempre emozionante, calcare il prato del Polisportivo”.

In un calcio spesso irriconoscente tu hai dimostrato di amare ancora i valori di una volta…
“A dicembre ho rifiutato molti soldi per rimanere alla Civitanovese e non mi è mai interessata nessuna chiamata. Per me, la Civitanovese, viene prima di tutte le altre squadre e di tutti i soldi del mondo. Volevo e desideravo completare la stagione ottenendo il massimo possibile e porterò quest’esperienza per sempre con me”.

Quali sono i ricordi più belli che conservi dentro di te?
“I ricordi belli sono davvero tanti. Dalla semifinale regionale play off contro la Castelfrettese, in poi, è stato tutto magnifico. Man mano che andavamo avanti lo stadio si riempiva sempre di più, domenica dopo domenica, arrivando ai 2500 tifosi al Del Conero e ai 4000 contro il Selargius. Ero fuori quota e sono passati 12 anni, è stato tutto un sogno”.

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