Carissimo bastardo, la tua povera vita non ha alcun senso

Io in macchina

Io in macchina

Carissimo bastardo,

o forse sarebbe meglio dire “pezzo di merda”. Scegli te, per me è uguale. Comincio con il dirti che se pensavi di fermarmi attentando alla mia auto, beh, hai sbagliato i tuoi calcoli e anche di parecchio. In fondo nessuno è perfetto, tu per primo. E pensare che sei stato bravo a staccarmi la targa, a rigarmi la fiancata, a gettarmi della calce o del gesso nel buco della serratura. Però, siccome nessuno è perfetto, hai commesso un piccolo errore: hai colpito il veicolo sbagliato.

Eh sì, perchè se è vero che è proprio me che volevi colpire, c’è un particolare da sottolineare: io non mollo, a maggior ragione considerando che ci sono al mondo vigliacchi come te. Avessi colpito qualcun’altro, forse, avresti vinto e lo avresti intimidito a tal punto dal farlo desistere. MA IO NO, IO NO, IO NO. ALLA FACCIA TUA.

Vedi, carissimo bastardo, io mi sono sempre sudato tutto nella vita. Ho passato momenti critici, ho anche pensato di mollare in passato. Poi, però, come l’araba fenice, sono sempre ripartito più forte di prima.

Capisco che la tua vita non ha alcun senso e hai provato a dargli un significato, ma ti dò un consiglio: se proprio non sia che fare la sera, danneggia la tua di auto che, se potesse parlare, sono certo sarebbe schifata nel vedersi guidare da un verme come te.

Io non ti auguro la morte, sarebbe troppo facile e finirebbe tutto in pochi istanti. Io ti auguro, invece, di continuare a vivere altri cent’anni e di assistere ad ogni mio traguardo, ogni mio successo, ogni mio piccolo traguardo.

Proprio qualche giorno fa ho raggiunto l’obiettivo delle 800 gare arbitrate in carriera, mi auguro tu possa vederne altre migliaia prima di lasciarci. Così come ti auguro di assistere ad ogni mio successo professionale giornalistico, perchè in fondo la vita ci ha separati: ha voluto me giornalista e te vigliacco. A ognuno il suo, quel che si merita probabilmente.

Ti auguro, altresì, di continuare ad assistere a tutti quei messaggi di vicinanza, affetto, stima e amicizia che mi sono stati recapitati dalla giornata di ieri. Dirigenti, amici, conoscenti, organizzatori e calciatori. Eh sì, proprio quest’ultimi, pensa un pò. A testimonianza del fatto che, probabilmente, al di là di ogni errore in campo, sono apprezzato come uomo e come professionista. Ragazzi ai quali ho dedicato interviste, scattato foto, magari fischiati rigori contro. Ma che, a fine gara, hanno abbracciato Emanuele e dimenticato la divisa arbitrale.

Ma tu cosa puoi saperne del progetto “ARBITRO AMICO” con i bimbi delle scuole calcio, cosa puoi saperne di articoli e di sport. Te sai rigare le macchine e rubare le targhe, in maniera viscida e vigliacca, solo questo puoi fare.

Non so chi sei, ma so perchè lo hai fatto e mi permetto di darti un buon consiglio: occhio, che la vita vede e provvede.

Ora però, perdonami, devo tornare al mio lavoro e non ho altro tempo da dedicare ai vigliacchi. Ho ben altre cose da fare.

Ops, però, dimenticavo una cosa: oggi scrivo altri servizi giornalistici e stasera arbitro di nuovo. Come vedi, carissimo bastardo, quello che hai fatto non mi ha fermato. La mia vita continua, più determinata e valorosa che mai. La tua, invece, continua ad assumere i crismi dell’inutilità.

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